Di Virginia Gigliotti
Il recente assalto a Capitol Hill, condotto da un gruppo di sostenitori del presidente uscente Donald Trump, ha aperto un ampio dibattito che ha coinvolto non solo l’America, ma il mondo intero.
Il golpe ha colpito l’animo di tutti soprattutto per il suo valore simbolico, cioè per essere stato un attacco diretto al cuore della democrazia americana. Ma è bene sapere che il Campidoglio non è la sua unica incarnazione.
United States Capitol Building, Washington DC – Si dice che il 18 settembre 1793 il presidente George Washington, durante una complessa cerimonia massonica, posò la prima pietra del Campidoglio facendo così battere per la prima volta il cuore della democrazia americana. Qui si riuniscono Senato e Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America, per discutere di politica nazionale e per definire le leggi del Paese. In tutto circa 1,4 milioni di metri quadri, divisi tra 600 stanze e altrettanti corridoi, di grande valore artistico ed architettonico. Oltre ad essere infatti il fulcro legislativo degli Usa, il Campidoglio è un vero e proprio museo di arte e storia americana, visitato ogni anno da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, che custodisce reperti, dipinti e sculture. L’enorme stabile, che rispecchia lo stile da sempre associato all’architettura del potere americana, cioè quello neoclassico, è frutto di un lungo lavoro che ha visto coinvolti numerosi architetti. Il progetto originario risale a William Thornton, ma fu successivamente modificato da Stephen Hallet. L’incendio del 1814, appiccato dalle truppe britanniche e parzialmente domato grazie allo scoppio di un forte temporale, diede a Benjamin Latrobe, ingaggiato per effettuare le riparazioni necessarie, la possibilità di apportare alcune modifiche introducendo un nuovo materiale, il marmo. Dobbiamo invece a Charles Bulfinch, Thomas U. Walter e August Schoenborn il progetto dell’attuale cupola e degli edifici che ospitano la Camera dei Rappresentati e il Senato.


Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, il tempio della giustizia, Washington DC –“I presidenti vanno e vengono ma la Corte Suprema dura per sempre”, così amava dire William Taft, il 27esimo presidente degli Stati Uniti. Istituita il 24 settembre 1789, la Corte Suprema è oggi il massimo organo giudiziario. Prima che fosse fondata la città di Washington, futura capitale degli Stati Uniti d’America, il governo del nuovo Stato fissò la sua sede a New York e la Corte Suprema si riuniva nel Merchants Exchange Building. Quando la capitale, nel 1790, fu spostata a Filadelfia anche la Corte si trasferì, prima nell’Indipendence Hall e poi nel Vecchio Municipio. Nel 1800 il governo federale si stabilì in città e così la Corte, priva di una sede ufficiale e propria, venne accolta dal Campidoglio per circa 35 anni, prima in una piccola sala situata nel seminterrato, poi nella Old Supreme Court Chamber e successivamente nella Old Senate Chamber, quando il Senato, che era diventato sempre più numeroso si trasferì in una sala più grande. Fu il giudice capo William Howard Taft a convincere, nel 1929, il Congresso a procedere con la costruzione di una sede autonoma per la Corte Suprema. Il progetto fu affidato all’architetto Cass Gilbert, che iniziò i lavori nel 1932. L’autore, così come anche lo stesso Taft, morirono prima del completamento dei lavori, che continuarono per altri 3 anni sotto la guida di Cass Gilbert Jr r John R. Rockart. L’edificio, pochi chilometri ad est del Campidoglio, si presenta oggi come un gigantesco tempio di marmo in stile neoclassico.
Abbreviata con l’acronico SCOTUS (Supreme Court of the United States), la Corte Suprema americana è il tribunale di ultima istanza di Stato, ma anche garante ed interprete della Costituzione. È l’unico tribunale direttamente disciplinato da quest’ultima. I membri della Corte, nominati a vita, sono nove: un presidente Chief Justice of the United States, e otto membri, gli Associates Justices. In caso di ritiro, per malattia o per età troppo avanzata, il Presidente degli Usa provvede, con il consenso del Senato, alla nomina del nuovo giudice. Nonostante la sua innegabile importanza, ebbe però un ruolo defilato fino al 1800, anno della sfida tra Thomas Jefferson e John Adams. Con la sconfitta ormai vicina, il presidente uscente decise di giocare il suo ultimo asso nella manica a pochi giorni dallo scadere del suo mandato, nominando John Marshall, suo segretario di Stato, alla Corte Suprema. Fu proprio grazie a Marshall che la Corte rafforzò il suo potere, diventando la più alta corte federale Usa, in particolare con la sentenza Marbury vs Madison, con la quale la Corte dimostrò l’autonomia dal potere esecutivo arrogandosi per la prima volta la competenza di giudicare sulla costituzionalità delle leggi federali.
Liberty Bell, Philadelphia – Suonò per annunciare l’apertura del primo congresso continentale e per la battaglia di Lexington e Concord, ma il suo rintocco più celebre fu quello del del 4 luglio 1776, che radunò i cittadini di Filadelfia per la lettura della Dichiarazione d’indipendenza. Acquistò così uno straordinario significato e valore storico, diventando il simbolo più comunemente associato all’indipendenza americana.
“Proclaim liberty throughout all the land unto the inhabitants thereof Lev. XXV. V X. By order of the assembly of the province of Pennsylvania for the state house in Pilad. Pass and Stow. MDCCLIII” (così riporta l’incisione sulla campana “Proclamerete la libertà in tutte le terre e a tutti gli abitanti, Per ordine dell’assemblea della provincia della Pennsylvania. Pass e Stow. 1753”)
Si trova tra la 6th strada e Market Street, 950 kg di bronzo, che arrivarono in città dall’Inghilterra il 1°settembre 1752. Fu rifusa più volte dagli artigiani John Pass e John Stow che aggiunsero del rame, ma ciò non fu sufficiente. Si pensa infatti che il materiale utilizzato per la sua realizzazione fosse di scarsa qualità, cosa che spiega la famosa crepa che la contraddistingue. La Liberty Bell suonò per l’ultima in occasione del compleanno di George Washington nel 1846, quando di nuovo crepata, si decise di non utilizzarla più per preservare la sua integrità.
Il cimitero nazionale di Gettysburg, Pennsylvania – Si trova nella Contea di Adams ed è uno dei cimiteri nazionali degli Stati Uniti d’America. Fondato nel 1862, venne appositamente creato per ospitare e commemorare le vittime dell’Union Army nell’ambito del teatro orientale della guerra di secessione americana. Qui sono conservate oltre 10 mila salme, di cui 3512 risalenti alla guerra di secessione, 979 di militi ignoti, ma anche di veterani della guerra ispano-americana, della prima guerra mondiale e di altri conflitti in cui rimasero coinvolti gli Usa. Le tombe, nel loro complesso, formano dei semicerchi suddivisi in 18 sezioni, una per ogni Stato dell’Unione, una sezione per gli ufficiali della unità militari terrestri regolari e 3 per i soldati rimasti sconosciuti, che girano intorno ad un fulcro centrale, il monumento al milite ignoto: il Soldiers’s National Monument è infatti un’imponente opera di granito alta 18 metri, disegnata e progettata dallo scultore Randolph Rogers in collaborazione con l’architetto George Keller.
3 pensieri riguardo “Da Washington a Philadelphia, viaggio tra i luoghi simbolo della democrazia e dell’indipendenza americana”