Parigi, il Centre Pompidou chiuso fino al 2027 per lavori di manutenzione

Dopo mesi di rumors la conferma: uno degli spazi artistici tra i più famosi al mondo chiude al pubblico per tre anni. Il museo, a partire dalla fine del 2023, subirà infatti un restyling totale, per poi riaprire giusto in tempo per festeggiare il suo 50esimo anniversario

Foto di Occhialetondonero

I lavori di manutenzione – È ufficiale, il Museo Nazionale d’Arte Moderna sbarrerà gli ingressi ai visitatori per quasi tre anni. Una decisione presa dal Ministero della Cultura, che ha approvando un complesso piano di ristrutturazione. I lavori saranno volti principalmente alla rimozione dell’amianto presente nell’edificio, al rinnovamento degli standard di sicurezza, tecnici ed energetici, e all’adeguamento degli spazi interni alle nuove normative in materia di accessibilità e sicurezza. Una ristrutturazione da 200 milioni di euro, la più grossa dopo gli interventi realizzati durante la chiusura del 1997, attraverso i quali fu ampliato lo spazio espositivo. Da Parigi fanno sapere inoltre che non mancheranno novità.

La mission culturale continua – Rimarrà aperta però la Bibiothèque publique d’information (Bpi), il cui patrimonio sarà trasferito in una sede temporanea. Inoltre, rassicurano da Parigi, le attività espositive del Pompidou saranno portate avanti dalle sue succursali sparse per il mondo, da Malaga a Bruxelles passando per la Cina, che si svolgeranno parallelamente alle collaborazioni con numerosi partner in Francia e a livello internazionale.

Il Centre Pompidou – Il Centre Pompidou è uno dei musei d’arte moderna e contemporanea più importanti e famosi al mondo. Di grande valore non è però solo il suo contenuto, bensì lo stesso contenitore: un edificio in stile postmoderno, originale e unico nel suo genere. Il Museo, fortemente voluto Georges Pompidou, presidente della Repubblica francese dal 1969 al 1974, fu progettato da Renzo Piano e Richard Rogers nel 1977, che immaginarono di posizionare i tubi dell’acqua, così come i colorati condotti dell’impianto di aerazione e la scala mobile, all’esterno dell’edificio. Fu proprio l’audacia del loro progetto a essere premiata: i due architetti, all’epoca poco più che trentenni, sbaragliarono la concorrenza, oltre 680 candidature, aggiudicandosi a sorpresa il concorso internazionale per la costruzione della sede espositiva nel centro di Parigi.

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