La Tour Eiffel si tinge di “giallo bruno” in occasione dei Giochi Olimpici 2024

Parigi si prepara ad accogliere i cinque cerchi con il restauro delle facciate esterne dei suoi simboli più preziosi. A cambiare look, infatti, non sarà solo la Tour Eiffel, icona per eccellenza della città, ma anche la Cattedrale di Notre-Dame e la Basilica del Sacro Cuore di Montmartre

Il restauro della Dama di Ferro – “Giallo bruno”, era questa la tonalità che Gustave Eiffel aveva indicato nel 1907 nel progetto della sua Torre e con cui oggi verrà ridipinta da cima a fondo nei sui oltre 300 metri di altezza. Con il restauro verrà così sostituito il“bruno Eiffel”, presente dal 1968, un colore suddiviso in tre tonalità, dalla più chiara in alto, alla più scura in basso, per creare una percezione visiva omogenea. Il progetto costerà circa 50 milioni di euro e renderà il simbolo della città finalmente brillantissimo e scintillante grazie ai numerosi riflessi dorati su tutta la sua superficie. «La Tour Eiffel avrà un aspetto più gold, dorato come le medaglie olimpiche e gli anni che Parigi, la Francia e l’Europa si preparano a vivere quando la pandemia sarà finita», commenta Patrick Branco Ruivo, direttore della società che gestisce il monumento, la Société d’Exploitation de la Tour Eiffel.

La storia – Era il 1884 quando il governo francese annunciò di voler accogliere l’Esposizione Universale del 1889 di Parigi con un’opera di dimensioni colossali. L’appello fu accolto con entusiasmo da Maurice Koechlin ed Èmile Nouguier, ingegneri alle dipendenze della Compagnie des Établissements Eiffel, fiorente ditta gestita da Gustave Eiffel, uno tra i più accreditati «architetti del ferro» del periodo. La sua realizzazione avvenne in tempi record: 2 anni, 2 mesi e 5 giorni, per un totale di 10 mila tonnellate. L’opera, che doveva sancire l’entrata di Parigi nell’epoca della modernità, fu però subito oggetto di polemiche entrando nel mirino della stampa e degli intellettuali dell’epoca (tra cui Guy de Maupassant, Alexandre Dumas figlio), che la definirono come «un’odiosa colonna di lamiera imbullonata». Sappiamo tutti come andò a finire: la Torre ebbe un immenso successo popolare registrando, durante l’Esposizione, ben 2 milioni di visitatori.

Curiosità – Oggi è il simbolo non solo di Parigi ma della Francia intera. Eppure, ai tempi era destinata a rimanere in piedi per soli 20 anni. La Torre fu salvata dal suo stesso ideatore, che promosse numerosi esperimenti scientifici, come le prime trasmissioni radiografiche e le prime telecomunicazioni: segnali radio dalla Torre al Pantheon nel 1898, stazione radio militare nel 1903, prima trasmissione radiofonica pubblica nel 1925, poi televisione su TNT.

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