Corso Magenta 65. È qui che si nasconde la Vigna di Leonardo: 16 pertiche per 8300 metri quadri di terreno. Un dono da parte di Ludovico il Moro, Duca di Milano, per ringraziare l’artista toscano per le opere realizzate in città sotto sua commissione. Un gesto di riconoscenza, ma anche un tentativo per far sentire Leonardo più vicino alla sua amata terra e alle tradizioni della sua famiglia
La storia – Tante erano le passioni di Leonardo da Vinci, il vino una di queste. Una passione tramandata dalla sua famiglia, che in Toscana possedeva numerosi vigneti. Leonardo stava ancora lavorando all’Ultima Cena quando nel 1498 ricevette in dono una vigna composta da 16 pertiche. Il terreno si trova sul retro della Casa degli Atellani, dimora nobiliare dove spesso alloggiava lo stesso Ludovico il Moro, situata di fronte alla basilica di Santa Maria delle Grazie. Leonardo si affezionò subito al vigneto, anche se poté sfrittarlo per soli due anni. Con l’arrivo dei francesi infatti, tra la fine del 1499 e i primi del 1500, l’artista fu costretto ad allontanarsi da Milano.
Quanto tenesse al suo appezzamento di terra lo dimostrano i documenti storici che ci raccontano la condizione che Leonardo pose per il suo rientro a Milano, avvenuto nel 1507, a seguito della chiamata del governatore francese Charles d’Amboise: la restituzione della vigna, confiscatagli nel 1502.
La vigna comparve anche nel suo testamento, scritto poco prima della sua morte avvenuta nel 1519: sarebbe stata divisa in due lotti, uno destinato al suo allievo Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai, l’altro al suo servitore Gianbattista Villani.
Della vigna, dopo la morte di Leonardo, si seppe ben poco. Per 400 anni dimenticata, si tornò a parlare di lei solo nel 1920, quando l’architetto Piero Portaluppi, nuovo inquilino della Casa degli Atellani, decise di avviarne una riqualifica salvandola dall’estirpazione (l’area era stata lottizzata per la realizzazione di nuove costruzioni civili). Salvataggio inutile quello dell’architetto: nel 1943 un incendio distrusse la vigna.
La vigna oggi – La Vigna di Leonardo rinasce però con l’Expo 2015 grazie all’impegno dei Castellini, attuali proprietari della Casa degli Atellani, della Fondazione Portaluppi e dell’Università degli Studi di Milano. Nel 2007 partirono le ricerche dei residui biologici vivi della vigna originale. Un lungo lavoro che diede i suoi frutti il 20 marzo 2007, quando venne individuato il ceppo originario (la Malvasia di Candia Aromatica) e piantata la prima pianta, dando vita alla vigna come la conosciamo oggi.

La Casa degli Atellani – La Casa degli Atellani è uno splendido palazzo, visitabile solo al piano terra (in quanto abitato ai piani superiori), in cui antiche pitture riferibili alla scuola del Luini si mescolano con i raffinati restauri di Piero Portaluppi.
Con l’intento di creare un quartier generale (un tempo Borgo delle Grazie) per i suoi fedelissimi, il Duca acquistò, nel 1490, due palazzi (poi uniti tramite una corte comune dall’architetto Portaluppi che ne seguì i lavori di ristrutturazione) dai nobili Landi di Piacenza e li donò al suo al suo cavaliere Giacometto di Lucia dell’Atella suo fidato consigliere come segno della sua fedeltà. Attraverso i secoli la Casa passò di mano in mano fino ad arrivare, nel 1919, a Ettore Conti, industriale e magnate del tempo. Fu lui ad avviare i lavori di ristrutturazione condotti da Portaluppi.